martedì 27 gennaio 2009

Europa

Vado a Parigi.
Un paio di giorni per stabilire una prima forma di collaborazione tra le associazioni del mio quartiere e quelle di un quartiere di Parigi.

L'obiettivo è quello di arrivare a un gemellaggio questa estate, non calato dall'alto, ma costruito sulla condivisione di azioni svolte al servizio del territorio.

Poi, c'è anche l'arte.

Allora, vorrei sperimentare "ArtiColazione", un pacchetto costruito da residenti per gli ospiti parigini che preveda:
1 - visita ad una grande mostra (a febbraio ci sono i Futuristi)
2 - un pasto in famiglia; anche la cucina è uno scambio culturale
3 - la visita ad un luogo particolare del quartiere, che puoi mostrare solo tu che ci sei nato.


Per ora, la cosa non prevede pernottamenti in casa, ma spero che con un po' di affiatamento si crei quella amicizia che porti a dire: ma dai, la prossima volta lascia stare il B&B e vieni a dormire da me.

Il tutto, ovviamente, sarà reciproco, finché per loro venire a Roma - e viceversa - non sarà più andare all'estero, ma spostarsi in Europa.

Forse se ci facciamo amici europei, con i quali vedersi di tanto in tanto, l'identità europea diventa "calda". E non solo un trattato.

lunedì 26 gennaio 2009

Al Direttore de L'Osservatore Romano (lettera)

Egregio Direttore, Giovanni Maria Vian,

da credente, le scrivo perché ritengo che il Papa abbia sbagliato a riammettere nella Chiesa il Vescovo Richard Williamson, perché il suo pensiero negazionista rispetto all'Olocausto è contrario alla verità ed alla giustizia.

Sono profondamente deluso dalla scelta del Santo Padre, ma non confuso.
Perché ho memoria.

Memoria di milioni di corpi di intere famiglie di ebrei senza vita, prosciugati dalla fame prima che dal gas.
Per questo, la mia coscienza mi impone di criticare questa decisione. Senza esitazioni.

Con amarezza
Massimo Marnetto
25-01-09

sabato 24 gennaio 2009

La terrazza (film)

Nella Casa del Cinema - a Roma - stanno dando una bella retrospettiva di Ettore Scola.

Oggi, ho rivisto "La terrazza" uno dei ritratti più abrasivi degli intellettuali di sinistra e ho pensato a tutte le persone incontrate nel PD, che vengono da anni di militanza.

Dai fluviali dibattiti a cui hanno partecipato nelle sezioni, dagli inamidati interventi dei leader nei congressi. Dalla disciplina che vigeva nei grandi partiti di massa...

Insomma, chi ha vissuto la politica di quegli anni "da dentro" ha letteralmente resistito ad una pressione.
Ecco perché i militanti li ascolto con rispetto.

La terrazza anticipa Ecce Bombo di Moretti per la stessa volontà di stanare le parole fasulle della politica e liberare gli ideali dalle incrostazioni della routine.

Scola coglie il danno del "pensiero unico", ovvero la regressione dei concetti ormai privi di coerenza, come si vede dalle parole di rivoluzione maneggiate come cocktail nell' elegante terrazza.

Lentamente la nevrosi monta e si surriscalda nella ripetizione delle loro parole, riti, battute... accentuata nella replica ossessiva della scena di avvio del buffet in terrazza.

Alla fine è un temporale a spegnere - almeno per un attimo - questa brace di parole inutili. Tutti scappano all'interno del salone e cantano insieme.
Canzoni banali, ma finalmente vere.

martedì 20 gennaio 2009

Ingenui

Beh, lo confesso: oggi ho invidiato gli Americani.
Hanno creduto nell'impossibile e alla fine, è arrivato Obama.

Dovremmo imparare a non aver paura di essere presi per ingenui, per essere veramente innovatori.

domenica 11 gennaio 2009

Valzer con Bashir (film)

Rimozione o ricomposizione? Scordare per non soffrire dei propri errori..o capire, a costo di ricostruire il mosaico della nostra parte peggiore?

Queste domande le sentiamo in convegni spesso noiosi, mentre il regista Ari Folman le usa per una narrazione scarna (servendosi della tecnica del fumetto animato) e trascinante, per descrivere il suo sforzo nel recuperare la memoria annullata in coincidenza con la sua esperienza militare in Libano.

Il subconscio lo aspetta la notte, quando 26 cani rabbiosi si sguinzagliano nei suoi sogni fino a svegliarlo d’angoscia.

L’ex soldato (alter ego di Folman) allora decide di ricostruire il suo passato per stanarlo dal suo subconscio e guardarlo in faccia.
Va a trovare i suoi ex commilitoni per acquisire informazioni; consulta i suoi amici, una psicologa… e il mosaico si riempie lentamente di tessere.

La scoperta è tragica: Folman era nella divisione che ha consentito ai Falangisti Libanesi di compiere indisturbati il massacro dei civili palestinesi nei campi di Sabra e Chatila.

Un ricordo che emerge con un collegamento – se possibile - ancora più inquietante, quello della strage ad opera dei Nazisti nel ghetto di Varsavia.

Folman ha capito il peso di quella complicità e del perché il suo cervello ha tentato di occultarla.

Il suo cartoon non lascia scampo ad alibi, fino a dissolversi per far posto ad immagini originali di donne palestinesi che rientrano nei campi distrutti e disperate riconoscono i corpi dei loro uomini, bambini, vecchi, impastati di sangue e polvere delle macerie.

Il regista israeliano non giudica nessuno, consapevole che in questo travagliato pezzo di mondo la logica della ragione e del torto non basta più a spiegare i lunghi anni di atrocità reciproche.

Mostra solo l’insensatezza e l’orrore della guerra, non con l’autocritica feroce dei registi americani che hanno raccontato il Vietnam, ma con il distacco di chi viene soprafatto dagli eventi in cui non riconosce la propria indole.

Il suo corto si rivolge al suo popolo, non come un atto di accusa, ma piuttosto di sfida; a non rimuovere gli Olocausti provocati, per ricordare solo quello subito.
Una coincidenza con le operazioni di Gaza non prevista, quanto deflagrante.

martedì 6 gennaio 2009

Viola

All'inizio non ci volevo andare.

Vedere le immagini a rallentatore per oltre 10 minuti la reputavo un'esperienza al di là della mia sensibilità artistica.
Poi ho scoperto che la mostra di Bill Viola - uno dei maggiori esponenti della video art newyorkese - era abbinata a quella dei 40 anni della Primavera di Praga e allora sono andato.

Viola mi ha colpito.
L'altissima definizione dei filmati, la loro proiezione in sale completamente buie, la lenta scansione delle immagini dei corpi e dei volti degli attori che rappresentano le emozioni umane è un mix... ipnotico.

L'arte esplora da tempo le emozioni della velocità; mai aveva reso con tanta bellezza quelle della lentezza.

Arredamento

Quando sono ospitato, considero la TV accesa una piccola scortesia.

Eppure, ci sono tante persone che sentono il bisogno di farti trovare un "rumore di fondo", quasi un arredamento sonoro.

Come se la quiete sia da sfigati.