venerdì 30 ottobre 2009

“Testamento biologico: a che punto siamo?”

Incontro del 29 ottobre a Roma (Report )

Cosa dice la Costituzione, perché e come farlo, a chi affidarlo, che valore ha: queste le direttrici su cui si è sviluppato l’incontro sul testamento biologico, organizzato da Isabelle Vankerkove e Vito Blasi del “Gruppo Laicità” del Circolo di Roma.

Il tema – già fortemente sentito – è diventato nelle ultime ore di stringente attualità per le anticipazioni d’agenzia che venivano dalla Camera, dove la discussione pare ormai avviarsi verso una norma “furba” che vuole aggirare il limite posto dalla Costituzione (divieto di imporre un trattamento sanitario) negando che l’accanimeto terapeutico sia un “trattamento sanitario”.

L’interferenza vaticana restrittiva sul tema è stata uno dei punti riflessione dell’incontro, rispetto alla quale è risaltata l’apertura manifestata dall’unica realtà ecclesiale rappresentata, i Valdesi.“Lo Stato – ha affermato Maria Bonafede, la Pastora della Chiesa Valdese che ci ha ospitato – ha il dovere di essere laico, perché la laicità è la migliore garanzia per poter mettere le persone in condizioni di sostenere nel modo migliore scelte difficili, come decidere la sorte di un proprio caro”.

Concetto ripreso e sviluppato anche da Maria Mantello (Pres.Ass. Libero Pensiero Giordano Bruno), che per rendere l'idea di etica laica, si affidata ad una citazione di G.B. Show "E' meglio evitare di dare agli altri quello che vorresti per te; potrebbero avere gusti diversi”.
Anche Primo Mastrantoni, (Ass. Dirtti Utenti e Consumatori) ha insistito sulla libertà di scelta, “peraltro garantita dalla Costituzione – ha specificato - che, vedrete, se passa il disegno di legge alla Camera così com’è, anche questa volta sarà il baluardo su cui s’infrangerà l’ennesimo tentativo di stravolgerla”.

Mina Welby ha parlato da testimone oculare azzerando con le sue prime parole al microfono ogni fruscio in sala. “Una persona in stato terminale – ha raccontato riferendosi alla sua storia – vive tali sofferenze, che alle volte rifiuta persino di essere nutrita. E in quei casi forzare significa aggiungere altra sofferenza, prevaricare”.

Ma in concreto, come si può fare oggi qualcosa che somigli ad un testamento biologico ?

“Con una semplice dichiarazione sostitutiva di atto notorio – ha risposto Sandro Medici, presidente di uno dei 20 Municipi di Roma – di quelle che si fanno al Comune e che comunque conservano una validità difficile da annullare, anche se dovesse passare questa legge. Noi del Municipio X avevamo previsto un giorno alla settimana per ricevere queste dichiarazioni, ma ci siamo accorti ben presto che venivano persone da tutta Roma ed ogni volta ne dovevamo mandare a casa più d’una per mancanza di tempo. Oggi siamo aperti tre volte a settimana”.

Stesso successo nell’XI, come ha raccontato l’Assessore Andrea Beccari. “Noi abbiamo concentrato in un unico atto il testamento biologico, la dichiarazione per la donazione organi e per la cremazione. “Personalmente – ha precisato con ironia – temo che avvenga quello che ha detto il comico Guzzanti. E cioè che questo Governo intenda il testamento “biologico”, nel senso che dopo un po’sparisce senza inquinare…”

Gabriella Magnano (Ass. Libera Cittadinanza) ha molto insistito sul ruolo delle associazioni per la difesa di questo diritto. “Dobbiamo organizzarci e creare una pressione di pubblica opinione che entri nelle aule del Parlamento – ha detto – Questo è un “lavoro” che dobbiamo fare noi cittadini perché i partiti su questa battaglia sono sempre sfumati, sapendo bene – diciamocelo chiaramente – che in Italia chi si mette contro il Vaticano perde belle quote di consenso”.
Ma una legge ci vuole: a sostenerlo è stato il notaio Antonio Caruso, che ha detto di temere l’affermarsi del testamento biologico “fai da te”.

Quando al termine dell’incontro ho ripreso la parola era già tardi, perché molte persone hanno voluto fare domande e intervenire. Allora ho espresso solo il concetto che mi sta più a cuore: se una persona in coma non può vivere per sé, non deve vivere per noi.

domenica 25 ottobre 2009

Il dramma di Vespa

Anche Vespa lotta per il suo posto di lavoro.
La Rai infatti non gli vuole rinnovare il contratto per oltre un milione e mezzo di euro.

Di fronte a questa ingiustizia, Vespa è salito sul tetto della sua supponenza, nella parte soprelevata dalla sua arroganza.
A Viale Mazzini, intuendo il dramma, hanno subito chiamato i pompieri, ma nessuna scala arriva a quella quota.

Il pericolo aumenta con il passare delle ore.
Ma un modo per salvarlo c'è

Basta che precari e salariati portino sotto la sede RAI le loro buste paga - anche con importi miserabili, non importa - così da creare un soffice tappeto cartaceo, che possa attutire il colpo e scongiurare che l'intera nazione rimanga priva, per sempre, di Porta a Porta.

domenica 18 ottobre 2009

Confort

La cultura dell'accumulo e del consumo indotto ha strumenti potentissimi di condizionamento:

  • pubblicità del disagio (se non hai questo prodotto sei uno sfigato),
  • indebitamento subdolo (paghi da gennaio e in "comode rate" )
  • obsolescenza programmata (oggetti fatti per durare poco, che poi si ricomprano perché costa meno che ripararli).

Da questa tossicodipendenza si esce con la convinzione che per essere più sereni serve togliere, non aggiungere.
Per tornare all'essenziale, leggeri, agili.

E più aperti alla relazione con le persone, proprio perché non oppressi da una relazione con le cose (l'assedio delle troppe comode rate).

E' la "decrescita felice" di Latuoche e Pallante.
Quella che serve non solo a conservare il nostro pianeta; anche.
Ma soprattutto a vivere più sereni.

Nel confort della sobrietà

domenica 11 ottobre 2009

Dissossare

Disossare.
E' questo il fine del moderno dittatore.

La dittatura calssica si attrezzava con apparati violenti per reprimere la reazione dei dissidenti.
Quella moderna disossa: priva i soggetti della voglia o dei mezzi per reagire.

Una scuola debole crea insicurezza critica
Un lavoro precario crea insicurezza economica.

Così, minata dalle insicurezze, la dissidenza si depotenzia prima di maturare un'azione critica.
Senza bisogno di manganelli.

E l'impegno per la manutenzione della democrazia diventa un peso tutto sulle spalle della parte consapevole, delle già esigua minoranza istruita e occupata.

Troppo poco per una nazione democratica.

Istruzione e lavoro vertrebano la democrazia.
Se di questi elementi ne manca uno, gli altri si atrofizzano.

Fino a collassare.

sabato 10 ottobre 2009

Esperienza

L'esperienza è quello che ottieni, quando ottieni quello che non desideri.
Un professore, morto di cancro a 40 anni

martedì 6 ottobre 2009

Cripto-pubblicazione

Ho inventato la definizione "cripto-pubblicazione", ovvero quando il dovere di pubblicare una cosa si scontra con la volontà di non farla sapere.

E' quello che succede con le presenze dei deputati: teoricamente pubbliche, ma per trovarle ci vuole il fiuto e la tenacia di Rex.

Si inzia dal sito www.camera.it, poi clicchiamo su

"Resoconti parlamentari", scegliendo

"Resoconti di Assemblea" qui c'è una lista di "sedute"; dobbiamo fare attenzione a selezionarne una conclusa con la votazione, l'unica occasione dove la presenza di un deputato lascia una traccia (il voto, appunto)

apriamo una "Seduta n.__" cliccandoci sopra e ci si allunga sotto gli occhi un lungo elenco senza indicazioni; roba da far desistere il visitatore occasionale; ma non chi già sa la strada fino all'ultima pagina, dove all'ultima riga c'è il link

"votazioni elettroniche": si aprono delle tabelle fitte di numeri; niente paura, nell'intestazione di ogni tabella c'è un numero che si riferisce ad un elenco; se clicchiamo su

"Indice Elnco 1". si apre finalmente l'elenco dei deputati - in ordine alfabetico e senza l'indicazione del partito di appartenenza.

In linea con il cognome di ognuno ci sono varie lettere (per es. F sta per ha voto favorevole, C contrario, ecc.), ma per trovare la legenda è inutile andare a fine elenco - dove di solo si trova - occorre tornate indietro a Votazioni elettroniche e la troveremo tra la prima e la seconda tabella.

E quando la riga di un deputato è vuota?
Vuol dire che in quella seduta era assente.

Quindi, guai a dire a un parlamentare che dovrebbe rendere conto delle sue presenze agli elettori.
Potrebbe offendersi e dirci che siamo in malafede perché "i dati ci sono e sono pubblici".

In "cripto-pubblicazione", ovviamente.

giovedì 1 ottobre 2009

Canarino

La libertà di stampa è come il canarino in miniera: se sta male, poi tocca a noi.
Voglio una stampa libera dall'oppressione dei filtri e dei Feltri.