sabato 20 marzo 2010

Celibato e Eva

Il celibato imposto della Chiesa cattolica è il prodotto di un'atavica ostilità nei confronti della donna.
Già nel Vecchio Testamento, l'orrenda storia di Eva che tenta Adamo e provoca la cacciata dal paradiso, è di una violenza sconcertante nei confronti della donna, considerata per secoli elemento di disturbo nel percorso virtuoso dell'umanità.

Così, non solo si proclama la sessualità come forza avversa alla santità, ma se ne addossa la "responsabilità" alla donna.
E' lei che evoca desideri impuri e quindi va sottomessa, allontanata o persino bruciata, come accade nell'ignobile olocausto delle "streghe".
Quindi, è ovvio che alla donna sia precluso il sacerdozio; così come il matrimonio a un sacerdote: la tentatrice deve stare a distanza di sicurezza dal sacro.

Da credente, aspetto che la Chiesa risarcisca la donna di tutti i torti che le ha imposto per secoli, aprendo al sacerdozio femminile e consentendo a tutti i religiosi di sposarsi.

Tutti noi credenti dovremmo batterci per la riabilitazione di Eva e la soppressione dell'ignobile passo del Vecchio Testamento che la discrimina.
E invece ringraziarla, perché ha avvicinato l'uomo all'albero della conoscenza, cioè alla cultura che porta consapevolezza, libertà, amore vero.

Perché un paradiso dove è vietata la conoscenza, è un covo di ottusi ubbidienti.
Sempre pronti a nuovi roghi.