giovedì 14 ottobre 2010

Shalom

Sono a Tel Aviv per lavoro e la sera decido di andarmi a tagliare i capelli, come faccio di solito quando sono all'estero per fare due chiacchiere sulla situazione locale.

Dopo lo shampo la butto là: me ce la fa Israele a fare la pace con l'appoggio di Obama? Il ragazzo che parla un ottimo inglese smette di strapazzarmi la testa con l'asciugamano e mi fissa pensoso attraverso lo specchio.
"No, non ce la faremo neanche stavolta. I violenti sono troppo forti da tutte e due le parti: Hamas di là e Ortodossi di qua"

Forse fermando gli insediamenti israeliani nei territori palestinesi si potrebbe dare una possibilità importante alla pace.
"Forse sì, ma ormai noi israeliani viviamo una paura costante che è diventata una depressione collettiva a bassa intensità, anche se la vita continua".

E allora?
Quando hai poca speranza, hai poca politica. E allora spari".
Pago e lo saluto. Lui mi risponde shalom, pace.

Sul treno che porta in città salgono nella stessa fermata decine di giovani in divisa. Scherzano per rubarsi a vicenda i pochi posti liberi, buttandosi gli uni sugli altri. Vicino a me si siede un gruppo di ragazze.
Che stemma è? “Della marina”
Tutte in Marina? “Sì”
Quanti anni avete? “Quasi tutte 18, tranne lei che ne ha 20 e ha quasi finito i due anni di servizio militare che dobbiamo fare, ma per i ragazzi sono tre”.
Vi manca la pace? Smettono di scherzare e nessuna risponde. Sento di aver provocato imbarazzo. Volevo dire questa guerra pesa più a voi giovani, che agli adulti… “Non lo so. E’ sempre stato così. Un po’ moriamo noi, un po’ loro… Nessuno vince, nessuno perde.” “E’ come avere sempre la febbre”, fa un’altra.
Che lavoro vorresti fare? “Non lo so. Mio padre ha un negozio di vini, ma a me non piace stare nel negozio”.
Vorresti andare via da Israele? “Perché?... questo è un bel posto”
Sì, ma non è tranquillo.

La ragazza mi sorride senza rispondermi, rimettendosi lo zaino. Il treno rallenta per la fermata. “Shalom” mi dice andando verso le porte, subito seguita dalle altre.