lunedì 12 marzo 2012

Dipende da noi

Non ci fidiamo più di nessuno.

Gli elettori non si fidano dei partiti (astensione) i partiti degli elettori (legge elettorale che li priva della scelta).
Le popolazioni non si fidano degli esperti (babele di pareri sulla Tav) e gli esperti delle popolazioni (mancanza di un vero confronto preventivo con i residenti).
I contribuenti non si fidano dello Stato (evado tanto loro sprecano) e il fisco dei contribuenti (ti tasso di più, tanto evadi)

L'elenco potrebbe essere infinito. Quello che emerge è la grande "diffidenza collettiva"
Un micidiale anticoagulante che impedisce la realizzazione di una vera coesione sociale.

Come se n'esce? Dipende da noi.
Lo hanno detto Zagrebelsky, Saviano, Eco, Bonsanti De Gregorio, Lella Costa e con i cittadini che verranno all'incontro organizzato da Libertà e Giustizia a Milano.

Perché la buona politica non nasce da sola, ma dalla buona partecipazione.

Quella che noi cittadini possiamo attuare per sconfiggere l'assenteismo politico (io di politica non me ne intendo...) con la sussidiarietà attiva; per non chiedere più favori privati ai politici, ma buon governo per tutti;
Quella di chi si espone con giuste rivendicazioni per fare "opinione pubblica" esigente ed alzare così la qualità della risposta politica.

Non serve dare la colpa ai politici mediocri, agli "altri", perché quegli spazi di malgoverno sono stati occupati, a causa dei vuoti di partecipazione che noi abbiamo creato.

Dobbiamo dissociarci dalla sterile indignazione privata e riconciliarci nella cultura dei "beni comuni". Ad iniziare dal patrimonio inestimabile di "valori comuni" della nostra Costituzione.

Da qui passa la svolta politica profonda del nostro Paese.
Nessuno ce la regalerà, nemmeno un governo di autorevoli tecnici.
Il vero cambiamento parte da un nuovo impegno diffuso, per ricreare fiducia reciproca, coesione, crescita culturale e di lavoro.

Ora non possiamo più aspettare.
Ora dipende da noi.