domenica 15 ottobre 2017

Rosatellum: eleggiamo un candidato? No, una comitiva

Con la legge elettorale in discussione, non votiamo un candidato, ma comitive. 

I partiti mettono un "bel volto" nel collegio uninominale, mi piace e faccio la mia croce sul suo nome. Poi però il mio segno si moltiplica a specchio su tutta l'allegra brigata inserita del segretario di partito nella parte proporzionale. Tutta gente che io non ho scelto, ma che è collegata in comitiva con il bel volto. E se c'è una coalizione di partiti, gli imbucati aumentano.

Non solo, ma al danno si somma la beffa. Perché anche il bel volto - magari l'unico che ritengo presentabile - può sparire nel gioco delle pluricandidature (possibili in ben sei collegi). Questo  accade quando lo specchietto per le allodole rinuncia e sceglie di essere eletto altrove, per lasciar posto nel mio collegio a un tizio che non ho votato.

Morale: l'elettore viene degradato a utile idiota per le comitive di nominati. Che risponderanno ai segretari, visto che i partiti che hanno voluto il Rosatellum ormai si sono desertificati nei territori. Ci saranno i ricorsi alla Corte Costituzionale e probabilmente le "comitive" saranno dichiarate incostituzionali. Ma intanto ci sarà un nuovo parlamento di imbucati. 

Massimo Marnetto

venerdì 30 dicembre 2016

domenica 27 gennaio 2013

La "fame di giustizia" nella Repubblica della prescrizione

Che nesso c'è tra astensionismo, diseguaglianza e disoccupazione?
Il malfunzionamento della giustizia.

Uno Stato che non sa far rispettare le proprie regole non è credibile e non crea identità nazionale.
Questo deficit incide pesantemente sulla motivazione al voto, perché in molti hanno la sensazione che  la "fame di giustizia" dei cittadini non sia tra le priorità dei partiti pieni di inquisiti.  Anzi, meno funziono i tribunali e più i reati della casta rimangono impuniti.

Così la legge diventa "non" eguale per tutti.
Perché chi ha soldi per avvocati specializzati nell'ostruzionismo processuale, arriva illeso alla prescrizione
130.000 sono i miracolati dalla prescrizione denunciati nell'inaugurazione dell'anno giudiziario.
Ma per ogni "miracolato" c'è una persona, che ha speso soldi e tempo perché si fidava dello Stato e non ha ottenuto nulla.

E la disoccupazione? 
E' quella che c'è, perché  se mancano regole rispettate e legalità,.le aziende non investono.
Una giustizia celere, che tenga sotto controllo la malavita e consenta banalmente di recuperare un credito in tempi rapidi, è considerata un'infrastruttura indispensabile come e forse più di un'autostrada o di un aeroporto.

Ecco perché vogliamo una giustizia che funzioni.
Ma sappiamo che ogni inquisito che entra in Parlamento farà di tutto per prolungare la "Repubblica della prescrizione", dove i prepotenti la fanno franca e gli onesti restano soli.

lunedì 24 dicembre 2012

Tregua a tavola di Natale

"Mi raccomando: a tavola niente politica".
E' la frase che risuona in tutte le case, perché fra poche ore nelle famiglie scatterà la "tregua natalizia".

Quella che permetterà di far accomodare le vecchie zie berlusconiane ad un brodo di cappelletti di distanza  da cognati neo-montiani, mentre i "rossi" ringalluzziti dalle primarie, vengono prudentemente posizionati nell'altro capotavola, dietro l'arrosto.

Il servizio anti-litigi è garantito dai padroni di casa, coadiuvati da volontari posizionati nei punti strategici della tavolata  ad alta infiammabilità, pronti alla minima scintilla di polemica, a  lanciare frasi idratanti ("A proposito: sapete chi mi chiamato ieri dopo anni?...)

La prevenzione è decisiva.
Argomenti permessi: lo studio dei ragazzi, le pazzie del meteo, la salute, i sapori di una volta, il precoce invecchiamento dei familiari assenti, la perfetta forma dei presenti.
Argomenti a rischio: innalzamento dei prezzi, figli che non riescono a trovare lavoro, trasporti pubblici che non funzionano.
Argomenti vietati: la politica e soprattutto Lui, la religione e soprattutto Lui.

Se la tavolata ha retto, meglio non rovinare tutto alla fine.
Mai ringraziare per la "cena elegante".

lunedì 26 novembre 2012

Primarie: Democratici Carismatici 5-2

Il miliardario non le vuole.  Il comico  le disprezza.
Ma i 5 candidati delle primarie hanno portato al voto quasi quattro milioni di persone.

Certo, ai carismatici  che decidono per tutti, non piacciono le primarie democratiche dove tutti decidono.
Chi inzuppa il pubblico con grandinate di parole, non ama le file di cittadini asciutti nei gazebo.
Chi ha rottamato la sua faccia per un lifting fasullo, ignora  i volti stanchi di chi è colpito dalla crisi.

Guai se i narcisi non si sentono al centro dell'attenzione; sono capaci di tutto.
Anche di fare un nuovo partito pur di comandarlo in solitudine; anche di dare della comparsa a chi è protagonista di grandi primarie.
Ma il risultato è secco: Democratici Carismatici: 5 a 2  (mentre i centristi guardano la tv...).

sabato 27 ottobre 2012

Fermato (per ora)

Uno Stato dove l'uomo più ricco e potente non può evadere in pace il fisco, ma deve addirittura rispettare la legge come un pensionato qualsiasi, è uno Stato barbaro.

E' questa la traduzione "in chiaro" delle esternazioni  rilasciate da Berlusconi subito dopo la sua condanna per una frode fiscale, che gli ha permesso di non versare milioni di tasse che gli paghiamo noi; e di accumulare 270 milioni di fondi neri.  Quelli che di solito servono per corrompere e pagare attività illegali.

Il ventennio di attacchi del miliardario alla legalità e all'uguaglianza - cioè alla Costituzione - è alla fine fallito.

Con le leggi sartoriali confezionate dai suoi avvocati-onorevoli abbiamo corso rischi enormi e riportato ferite ancora aperte, ma la legge è - ancora - uguale per tutti.
Gli insulti di Berlusconi alla neutralità dei giudici che lo condannano - cioè alla sovranità del Popolo di cui sono espressione - tradiscono  il vittimismo eversivo di un uomo intimamente antidemocratico.
Anche questo Cavaliere  - sostenuto da cultori dell'individualismo, corrotti devoti e a loro insaputa  e da  psuedo-cattolici in cerca di esenzioni ed appalti - poteva farcela a distruggere la Democrazia.

Ma questo 26 Ottobre, la marcia su Roma è stata fermata.

lunedì 13 agosto 2012

Timori e tumori

Si esce dall'inquinamento ambientale prima di tutto con la bonifica dei pregiudizi che avvelenano il nostro modello produttivo.

Il più letale è quello che potremmo chiamare il "teorema di Taranto": se vuoi il lavoro, devi rinunciare alla salute.
Il cinismo di questo assunto si legge in filigrana nelle critiche al magistrato che ha fissato la priorità della salute pubblica.

La gestione in sicurezza di una acciaieria è possibile. Anche se non s'improvvia.
Chi nega questa soluzione e spaccia timori di un'epidemia della disoccupazione è un piromane.
A noi stanno a cuore i Tarantini che ancora non hanno un tumore e che si possono salvare dalla tragica fine che altri abitanti della zona hanno subito.

Ma ci vuole un progetto, fondi e tecnologie.
Siamo stanchi di oratori che "stigmatizzano e auspicano".
Solo con un'opinione pubblica mobilitata si esce dal perverso circolo dei timori e tumori.
E noi ci siamo.