sabato 19 dicembre 2009

Welcome

Bilal vuole raggiungere la sua ragazza Minah emigrata in Inghilterra.
Con la terra se la cava bene e in tre mesi arriva dall'Iran fino alle coste di Calais.

Perché lì inizia l'acqua.
Un elemento dove non si sa muovere, come nel mondo dei suoi amici figgiaschi anche loro, che lo emarginano subito.
L'amore brucia e il diciassettenne Bilal decide di investire i suoi ultimi soldi per prendere lezioni di nuoto e imparare a vincere anche l'acqua del mare che la separa da Minah.

Simon si presta, ma con scarso entusiasmo.
Ha altre rogne per la testa, come la sua relazione matrimonale che si sta sgretolando di giorno in giorno. La sua ex moglie, un attivista che sfama gli immigrati portando loro cibo fino sulla spiaggia, lo rimprevera di essere indifferente ai problemi sociali. E Simon incassa, incapace di reagire a questo suo fallimento.

Quando capisce i propositi di Bilal lo sconsiglia col il distacco dell'ex campione di nuoto, spiegandogli che per attraversare la Manica a nuoto ci vogliono anni di allenamento e la fortuna di non incontrare una petroliera che ti schiaccia.

Ma per Bilal, Minah è la sua unica ragione di vita. E per lei è disposto a perderla.
Il film ha un passo leggero; senza colpi di scena porta il confronto tra i due sempre più su un piano esistenziale: un francese che ha tutto per sopravvivere, meno un senso da dare alla sua vita; un migrante che non ha nulla, ma ha un sogno che lo accende di energia e resistenza.

Welcome non è un film dalla grande gestualità, ma la sua potenza sta proprio nel minimalismo anti-spettacolare.
La solidarietà emerge dal quotidiano come se fosse la cosa più scontata del mondo.
Un uomo che aiuta un altro uomo non fa un'opera buona, ma semplicemnte una cosa normale.

Simon scopre che la storia del ragazzo e lentamente se ne fa carico.
Il suo impellente sogno d'amore è quasi il riscatto del suo fallimento matrimoniale.
Anzi, di più: può dare un senso alla sua vita.

Philippe Lioret - autore e regista - realizza un film forte, scarno, essenziale sul tema dell'immigrazione, senza siparietti sentimentali.

E con questa sua sobrietà è riuscito toccare le incrostazioni di ipocrisia e razzismo che ognuno si porta dentro. E solo questione di profondità.

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