domenica 18 ottobre 2009

Confort

La cultura dell'accumulo e del consumo indotto ha strumenti potentissimi di condizionamento:

  • pubblicità del disagio (se non hai questo prodotto sei uno sfigato),
  • indebitamento subdolo (paghi da gennaio e in "comode rate" )
  • obsolescenza programmata (oggetti fatti per durare poco, che poi si ricomprano perché costa meno che ripararli).

Da questa tossicodipendenza si esce con la convinzione che per essere più sereni serve togliere, non aggiungere.
Per tornare all'essenziale, leggeri, agili.

E più aperti alla relazione con le persone, proprio perché non oppressi da una relazione con le cose (l'assedio delle troppe comode rate).

E' la "decrescita felice" di Latuoche e Pallante.
Quella che serve non solo a conservare il nostro pianeta; anche.
Ma soprattutto a vivere più sereni.

Nel confort della sobrietà

2 commenti:

Elena ha detto...

Tipo che il toner della stampante laser costa sessanta euro, e comprare una stampante laser nuova, quarantanove euro e novanta centesimi. Ho affrontato questa discussione due giorni fa. Compriamo la stampante nuova, conviene. Ne ho già una nell'armadio e una sulla scrivania. Cosa ne faccio di tutte queste stampanti senza toner? Eh ma conviene...
La domanda da fare è: A chi?
Elena

Massimo Marnetto ha detto...

Proprio così, Elena.
E di questi "paradossi" ne troviamo in tantissimi oggetti.
Riparare è già un geesto di sostenibilità.
Ciao Massimo