venerdì 29 agosto 2008

Ritardo premeditato

Il modo di guidare è un ottimo indicatore del grado di convivenza di una comunità.

Ad esempio, in Sicilia - dove sono appena stato per una splendida vacanza - guardando il traffico si capisce che manca il senso della collaborazione, uno degli elementi più decisivi per lo sviluppo locale.

Anzi, non solo manca, ma viene considerato come un'espressione di subalternità. Roba da persone non dignitose.

Così si ostenta l'indifferenza, segno dell' orgoglioso individualismo di chi vuole mandare un messaggio forte e chiaro al prossimo: io di voi me ne fotto.

Un esempio?
La guida con l'avambraccio sinistro penzoloni.
Il messaggio non verbale è: mi faccio solo i fatti miei; non chiedetemi altro.

Un altro esempio è il "ritardo premeditato".
Ogni gesto di relazione viene svolto con studiata lentezza affinché non sia percepito come l'esecuzione di un ordine, ma solo come scelta volontaria.

Questo vale anche fuori dal traffico.
Come quando mi avvicino alla cassa di un bar e c'è una signorina che appena mi vede avvicinare, sente il bisogno di chiamare l'amica per comunicarle una futilità.
Così mi mette in attesa, come a dire: decido io quando occuparmi di te, perché non sto qui a prendere ordini.

Devo dire che questi atteggiamenti - forse per i miei interessi in sociologia ed antropologia - mi colpiscono per la loro valenza culturale, più di quanto possano indispettirmi.

E mi viene da pensare che sono l'ennesima conferma che le comunità più democratiche ed evolute hanno perfezionato il senso di collaborazione e di fiducia reciproca.

Infatti, dove abbondano i furbi - i ladri di fiducia sociale - c'è ritardo di sviluppo.
E in Italia ne sappiamo qualcosa.

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