giovedì 20 novembre 2008

Zucconi

Vittorio Zucconi arriva alla Feltrinelli scortato da Ezio Mauro e Ilvo Diamanti. Si siede su un tavolo disseminato di copie del suo ultimo libro
"L'Aquila e il pollo fritto".

E' di buon umore, come al solito.
Cede il primo intervento Mauro, che parla di come è bravo (Zucconi), di come scrive bene, del giornalismo, l'obiettività...

Diamanti dice altre cose sull'opinione pubblica italiana e americana, che i più radicali antiamericani stanno in America perché un paese libero non ha paura della dissidenza
Ma non tollera i bari, i furbi ed è in grado di strapazzare un presidente come Clinton non per quello che ha fatto con la stagista, ma perché ha mentito davantia una corte...

Zucconi dice altre cose serie, divertenti, ma una mi colpisce: solo il 6% degli americani ha il passaporto.
E penso che la maggior parte della popolazione americana mette raramente il naso fuori dal suo paese, ma poi comanda il mondo.

Anche nelle mode.
"Sapete - fa Zucconi a proposito di mode - da dove viene il modo che hanno oggi i ragazzi di portare le braghe calate? Dalle galere americane. Appena gli adolescenti dei quartieri poveri entrano in prigione, si vedono togliere la cinta per evitere che s'impicchino. Così, vanno in giro con i calzoni calati. Allora. i parenti e gli amici hanno iniziato a imitarli girando anche loro con i calzoni bassi sul sedere, sia per solidarietà, sia per far vedere che erano tipi tosti, da galera".

Esco mentre ancora stanno applaudendo per evitare la ressa e vedo un bel siparietto sull'uscio della libreria. Il sistema antitaccheggio che suona, la guardia giurata che ferma Diamanti e Mauro senza riconoscerli e ascolta le loro ragioni con la smorfia di chi fa collezione di scuse.
Quando arrivo anch'io all'uscita c'è Mauro sconsolato che insiste"...ma guardi glielo giuro, noi siamo dei relatori e questa è una copia che ci hanno regalato..."

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